Con “Organizzazione aziendale” si intendono tutti quegli aspetti del mondo aziendale legati alla gestione e al coordinamento delle varie attività svolte all’interno dell’impresa. Tale organizzazione non si limita solo ad aspetti quotidiani ma include anche una serie di decisioni che, una volta prese, possono segnare l’azienda per tutto il suo ciclo vitale. “Quale forma giuridica si addice al mio business?”; “Come posso riorganizzare al meglio le risorse aziendali?”: queste sono alcune delle tipiche domande da tenere fortemente in considerazione quando si organizza il proprio business.
Ci proponiamo di seguire ed organizzare le attività aziendale dei propri Clienti, ricercando ed implementando, assieme ai Clienti stessi, quelle che potrebbero essere soluzioni efficienti ed efficaci in termini di costi e denaro.
La decisione sulla forma giuridica dell’impresa è un passaggio fondamentale perché da essa conseguono gli adempimenti fiscali e civili che l’imprenditore o la società dovranno assolvere. Gli elementi più significativi che entrano in gioco per determinare questa scelta possono essere:
Iniziamo il nostro excursus delle varie forme giuridiche ammissibili, iniziando da quelle più semplici, salendo via via di complessità. Occorre tuttavia sottolineare fin da subito che gli argomenti verranno trattati in maniera elementare in modo tale da dare una generale visione del tema. Per maggiori approfondimenti è consigliabile richiedere un appuntamento con lo Studio.
IMPRESA INDIVIDUALE ED IMPRESA FAMILIARE
L’impresa individuale è la forma imprenditoriale più semplice da costituire e da gestire: l’imprenditore-proprietario si assume in piena responsabilità ed autonomia tutti i vantaggi (utili realizzati) e tutti gli oneri connessi all’impresa. Ciò non significa necessariamente che egli debba essere l’unico membro dell’impresa, egli può avvalersi della collaborazione anche di altri lavoratori dipendenti. Tra i vantaggi di questa forma giuridica rientrano sicuramente la velocità e la semplicità. D’altro canto, tra gli svantaggi non possiamo non ricordare la responsabilità illimitata dell’imprenditore ed altri svantaggi fiscali (es. spese deducibili).
Una forma particolare di impresa individuale è l’impresa familiare. Questa forma d’impresa si caratterizza principalmente per il contributo continuativo dei familiari dell’imprenditore all’attività d’impresa.
SOCIETÀ DI PERSONE
Nelle società di persone le qualità personali dei soci (competenze, abilità…) sono più importanti dei beni che questi apportano alla società (denaro, macchinari, ecc.). Infatti, generalmente, il capitale conferito dai soci non è molto elevato, mentre è importante il loro contributo in termini di prestazioni lavorative. Rispetto alle società di capitali, le procedure burocratiche, fiscali e contabili sono molto più semplici e anche i costi di costituzione e gestione sono inferiori. Tuttavia il rischio in caso di fallimento o di inadempimento è alto, perché tutti i soci devono rispondere anche con il proprio patrimonio personale per i debiti della società. Infatti, in questo caso, si parla di responsabilità illimitata dei soci derivante da autonomia patrimoniale imperfetta.
Le principali forme societarie sono: la società semplice (S.S.), utilizzata principalmente per attività agricole e professionali; la società in nome collettivo (S.n.c.), che si caratterizza per essere l’archetipo di riferimento per le società di persone in generale e, in fine, la società in accomandita semplice (S.a.s.)che presenta una prima forma di autonomia patrimoniale perfetta.
SOCIETÀ DI CAPITALI
Nelle società di capitali la responsabilità dei soci è limitata al mero capitale sottoscritto. Le società di capitali sono la forma associativa più adeguata nei casi di elevata complessità; di investimenti ingenti o di rischio elevato derivante dall’attività. A differenza delle società di persone, l’elemento fondamentale non è più il socio ma il capitale conferito. Egli, infatti, viene tipicamente surrogato nelle attività amministrative e gestionali da un personale qualificato assunto dalla società stessa. Come anticipato, per i soci la responsabilità è limitata al capitale sottoscritto (autonomia patrimoniale perfetta). Ciò significa che, in caso di perdite o fallimento, i creditori possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio societario e non su quello personale dei soci. Infine si deve tenere presente che le società di capitali sono piuttosto complesse ed onerose, sia per ciò che concerne la loro costituzione, sia per ciò che riguarda la gestione amministrativa. Sono molti gli adempimenti di tipo fiscale e burocratico che sono richiesti; come pure sono ingenti le spese che debbono essere sostenute prima e durante l’attività.
Le società di capitali sono: società a responsabilità limitata (s.r.l.), la forma più diffusa in Italia anche e soprattutto per la possibilità di costituzione con 10.000 euro; la società per azioni (S.p.A.), che si addice a grandi investimenti e si costituisce con un capitale minimo di 120.000 euro e in fine la società in accomandita per azioni (s.a.p.a.) che rappresenta una forma più evoluta rispetto alla società in accomandita semplice.
LE COOPERATIVE
Le società cooperative si formano per favorire direttamente i soci aderenti tramite l’interscambio di beni e/o servizi a prezzi più vantaggiosi rispetto al mercato esterno. Le cooperative possono, in taluni casi, rivolgersi anche a terzi, divenendo in tal modo molto simili a società.
La recente riforma del diritto societario ha interessato anche le cooperative, introducendo due tipologie di cooperative: quelle a mutualità prevalente e quelle a mutualità non prevalente, riservando solo alle prime alcuni vantaggi fiscali.
Le cooperative vengono regolate principalmente attraverso norme del Codice Civile, pur non mancando leggi speciali specifiche. In aggiunta, il legislatore prevede la possibilità di mirati controlli eseguiti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; dalle Associazioni Nazionali di Rappresentanza e dalle Commissioni Provinciali di Vigilanza, riconoscendo, in caso di irregolarità accertate, l’eventuale emanazione di sanzioni più o meno gravi.
LAVORATORE AUTONOMO E LIBERO PROFESSIONISTA
Molto spesso si tende a confondere il concetto di lavoratore autonomo e quello di libero professionista. Vediamo quali sono le differenze sostanziali:
Il lavoratore autonomo è colui che offre a un committente, senza alcun vincolo di subordinazione, il proprio lavoro (si pensi, a titolo d’esempio, alla figura dell’idraulico o dell’elettricista).
Il libero professionista è un particolare tipo lavoratore autonomo (mentre non vige il contrario) che offre prestazioni d’opera intellettuale. Quello che conta infatti, per la qualifica di libero professionista, è la prevalenza dell’intellettualità sul “capitale”, inteso come mezzi materiali. Egli è, in molti casi, iscritto nei vari albi o nelle varie associazioni (es. commercialisti, avvocati…).
Inoltre è opportuno in questa sede accennare anche alla figura del lavoratore autonomo occasionale, per il quale non è obbligatoria l’apertura della partita IVA ma solo l’applicazione di una ritenuta d’acconto del 20 per cento. Nel caso pratico in cui il compenso superi i 5000 euro, è obbligatoria l’iscrizione alla Gestione Separata Inps con contribuzione del 26.72% (di cui 2/3 a carico del committente).
Il business plan è uno strumento utile in varie fasi dello sviluppo di un progetto, o di una parte di esso, sia che sia di tipo imprenditoriale sia di tipo non imprenditoriale, come per esempio nell’organizzazione di eventi da parte delle associazioni di volontariato o no profit.
Il business plan è quindi lo strumento con cui si riassume il progetto, dal punto di vista economico e finanziario, che non può non tenere conto dei diversi aspetti, interni ed esterni all’organizzazione che lo sostiene, legati al comportamento e alle aspettative di tutti gli stakeholder.
“Perché redigere un business plan?”
Vari sono i motivi che possono portare alla necessità di redigere un business plan tra cui le principali sono:
“Come redigere un Business Plan?”
Assunzioni di base. Costruire un business plan significa innanzitutto aver a disposizione dei buoni dati di partenza sui quali fare le analisi e le previsioni.
Chiarezza. In secondo luogo, e in relazione ai destinatari del business plan, la redazione del business plan dovrebbe essere il più possibile chiaro, ovvero il più semplicemente comprensibile per i destinatari.
Sinteticità. Un business plan potrà essere più o meno corposo a seconda dello scopo per cui è redatto e potrà certamente essere composto da una o più sezioni più o meno analitiche. L’aspetto della sinteticità dovrà essere valutato in relazione alla complessità dell’attività oggetto del business plan. Tenendo presente anche della necessità di essere realistico e convincente nelle sue conclusioni, il piano potrà esprimere in maniera più o meno analitica gli aspetti caratterizzanti alla base delle previsioni ivi contenute.
Farsi assistere nella redazione del business plan.
I maggiori difetti nella redazione dei business plan possono addursi a:
Ogni azienda ha la sua organizzazione, anzi potremmo dire che l’azienda è la sua organizzazione. E la rappresentazione concreta dell’organizzazione è l’organigramma, ovvero l’insieme dei ruoli, delle attività, delle relazioni che si instaurano all’interno di un’azienda.
Costruire un organigramma non vuol dire però limitarsi ad elencare i soggetti interni all’azienda e le loro relative funzioni. Vuol dire considerare tutti i fattori interni ed esterni che possono avere qualche influenzare l’iniziativa economica. Tra questi non possiamo non citare :
Proprio nel rispondere a questo tipo di domande, si sono sviluppate tre macro-tipologie di struttura organizzativa, ognuna in grado di adattarsi a diverse necessità organizzativo-gestionali richieste da singole realtà: struttura funzionale; struttura divisionale e struttura a matrice.
La struttura funzionale sovraccarica l’importanza del vertice aziendale, percepito, in questo caso come elemento decisionale e coordinante di tutte le attività della catena di valore aziendale. Tra i principali vantaggi di questa forma organizzativa, vi è sicuramente la possibilità di sviluppare economie di scala e di apprendimento. D’altro canto, questa struttura risulta lenta e poco flessibile, in alcuni casi inadatta alla volatilità dell’ambiente economico.
La struttura divisionale suddivide le varie macro-attività aziendali in piccole cellule autonome, come delle vere e proprie mini-aziende, ognuna con proprio potere decisionale e indipendenti fra di loro. I principali vantaggi di questa struttura risiede nell’ampia adattabilità all’ambiente esterno e nella grande velocità decisionale. Ma questa struttura può rivelarsi, in certi casi, anche assai costosa e rischiosa: vi possono mancare economie di scale e possono nascere fenomeni di cannibalizzazione interna.
La struttura a matrice, implementata per esempio da “General Motors”, rappresenta una sintesi delle strutture precedenti: lo scopo ultimo di questa forma è sfruttare economie di scala e di apprendimento ma nel contempo, rimanere flessibili e veloci nell’implementazione delle decisioni. Questa struttura, per funzionare correttamente, necessita di un elevato grado di coordinamento tra i membri oltre che grandi capacità interpersonali degli stessi.